Questa articolazione, la più grande ed una delle più complesse del corpo umano, è fondamentale per un’infinità di attività sportive e della vita quotidiana. Basti pensare al ruolo che il ginocchio riveste in attività quali il tennis, il calcio, la corsa, lo sci, ma anche in attività più banali quali lo star seduti, alzarsi e sedersi da una sedia, camminare, salire le scale, ecc.
In tutte queste situazioni il ginocchio è anche però esposto al rischio di traumi diretti e indiretti ed al rischio di andare incontro a sovraccarico.
Noti sono in particolare gli esiti delle distorsioni da traumi indiretti. Tali distorsioni infatti possono determinare lesioni dei legamenti crociato, anteriore e posteriore, dei collaterali, mediale e laterale, del tendine rotuleo, lesioni meniscali e lussazioni della rotula.
Meccanismi diretti e indiretti inoltre possono determinare lesioni dello scheletro, possiamo infatti avere fratture dei condili femorali, della rotula e del piatto tibiale.
Nelle condizioni sopra descritte a volte può essere sufficiente un trattamento conservativo che costituito da immobilizzazione mediante gesso, doccia gessata o tutore e a seguire un’adeguata riabilitazione. Altre volte sono necessari interventi chirurgici come ad esempio l’intervento di cerchiaggio della rotula, interventi di osteosintesi rivolti alla ricostruzione del piatto tibiale o dei condili femorali, l’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore, ecc.
Non sempre purtroppo in acuto è possibile individuare gli esiti di una distorsione di ginocchio, infatti, a volte il versamento articolare che si manifesta clinicamente con un gonfiore più o meno marcato di ginocchio può andare ad alterare i risultati di una risonanza magnetica o di una TC. Se le componenti ossee non sono lese invece la radiografia potrebbe essere negativa.
Il gonfiore di ginocchio comunque non è un segno esclusivo delle lesioni da trauma, ma può essere anche frutto di semplici sovraccarichi e quando tale edema (gonfiore) si accumula posteriormente nella capsula articolare, assistiamo al fenomeno della cosiddetta cisti di Becker.
Una condizione molto frequente che colpisce il ginocchio e che necessita di un approfondimento è il dolore anteriore aspecifico di ginocchio o sindrome femoro-rotulea o sindrome patello-femorale. Tale condizione non è appunto da imputarsi ad una lesione organica o ad un’unica causa, nonostante spesso venga ancora fatta diagnosi di mal allineamento della rotula. Al contrario, tale sindrome è una condizione multifattoriale che si associa a svariate anomalie anatomiche e disfunzioni dell’arto inferiore, come:
- anomalie anatomiche della rotula;
- debolezza dei muscoli abduttori d’anca o del muscolo quadricipite (non solo, come si pensava un tempo, del vasto mediale obliquo);
- angolo Q aumentato in statica o soprattutto in dinamica;
- anomalie dell’appoggio plantare, quali eccessiva pronazione del piede, possono associarsi a questo tipo di disturbo.
Nonostante quindi questa problematica sia sicuramente la maggiore responsabile dei dolori nella parte anteriore del ginocchio, in fase valutativa è necessario fare diagnosi differenziale con tendinopatia quadricipitale, tendinopatia rotulea, lesione meniscale ed altre condizioni meno frequenti.
Restando nell’aspetto anteriore del ginocchio, sicuramente è da citare la cosiddetta “sindrome della lavandaia” o borsite prerotulea. Questa è una patologia assolutamente benigna che spesso si risolve con un breve intervento terapeutico, però in una prima fase può fare allarmare il paziente, che tipicamente svolge attività che necessitano dell’appoggio sulle ginocchia, ad esempio idraulico o appunto lavandaia. Il motivo di tale allarme è un rigonfiamento focalizzato anteriormente alla rotula, che però può velocemente regredire se trattato adeguatamente.
Il dolore che invece può esordire in modo insidioso (non traumatico) lateralmente o medialmente al ginocchio può essere determinato da diverse condizioni. Oltre alla diagnosi differenziale che in fase di valutazione è fondamentale per escludere problematiche provenienti dai distretti superiori come anca o regione lombare, a livello dell’aspetto mediale del ginocchio possiamo avere sintomi che originano dal menisco mediale e dalla zampa d’oca (tendinopatia o “tendinite” della zampa d’oca”, che può associarsi anche ad una borsite). Per quanto riguarda invece l’aspetto laterale del ginocchio, i sintomi che qui possono presentarsi possono originare dal menisco laterale, dalla bandelletta ileotibiale (“sindrome del maratoneta”), dall’articolazione tra testa del perone e tibia o dallo sciatico popliteo esterno (struttura nervosa che si interfaccia con testa e collo del perone).
I sintomi ovviamente possono colpire anche l’aspetto posteriore del ginocchio, in questo caso le condizioni più frequentemente responsabili, ricordandosi sempre di escludere problematiche che originano da distretti vicini, possono essere:
- trigger point del muscolo popliteo;
- lesioni o degenerazione dei menischi (nello specifico delle corna posteriori degli stessi);
- cisti di Becker.
Infine il ginocchio, come tutto il resto del nostro organismo, può andare incontro a degenerazione. Tale fenomeno, l’artrosi, se parliamo di ginocchio è denominato gonartrosi ed ha come meccanismo patogenetico principe la riduzione dello strato di cartilagine a livello articolare, il quale innesca una serie di meccanismi secondari che portano a dolore e difficoltà di movimento. È necessario però ricordare che un certo grado di artrosi è parafisiologico e quindi interpretabile come il normale invecchiamento del nostro organismo. Nonostante questo, quando i danni articolari sono troppo estesi, il dolore è presente in modo costante e vi è un elevato grado di disabilità, può rendersi necessario l’intervento di protesi di ginocchio, la quale può essere mono o bicompartimentale, a seconda che interessi solo uno dei due compartimenti, mediale e laterale, o tutta l’articolazione.
Per quanto riguarda la prevenzione del fenomeno artrosico – nel caso del ginocchio parliamo quindi di prevenzione della gonartrosi, è importante non creare carichi biomeccanici eccessivi a livello dell’articolazione. Quali siano questi carichi eccessivi è argomento molto dibattuto, ma sicuramente un’instabilità di ginocchio, ad esempio esitante da una distorsione che ha compromesso l’integrità legamentosa e che non è stata adeguatamente trattata, può determinare dei micro traumi ripetuti che con il tempo possono accelerare anche di molto il normale invecchiamento dell’articolazione.
Da tenere in considerazione, nonostante vi siano correnti di pensiero contrastanti, infine sono i mal allineamenti sul piano frontale quali l’eccessivo valgismo o varismo di ginocchio.
Anche l’infanzia è l’adolescenza possono essere caratterizzate da problematiche al ginocchio come nel caso dell’ apofisite tibiale o morbo di Osgood-Schlatter o nel caso della osteocondrite dissecante.