Nelle cefalee l’approccio terapeutico dev’essere ‘multimodale’:
- Terapia farmacologica;
- Fisioterapia ed altre terapie non farmacologiche;
- Attenzione a dieta e stile di vita.
- Sembra d’obbligo, guardando il calendario, parlare di CIOCCOLATO…
Tratto da: www.miscoppialatesta.it
Forse non tutti sanno che il cioccolato è uno psicofarmaco in miniatura in grado di fornirci una piacevole sensazione combinata di sprint prima e di relax poi. Ciò è dovuto al suo contenuto di basse concentrazioni di caffeina (che ci dà vigore aumentando la prontezza mentale, riducendo il senso di fatica e aumentando la pressione) e di teobromina (che ci ristora unendo l’azione miorilassante a quella diuretica e ipotensiva.
Descritto così il cioccolato potrebbe anzi sembrare utile all’emicranico, non fosse altro per il suo modesto contenuto di caffeina. Ma c’è un “ma”: il cioccolato contiene anche la tiramina che è un potente induttore della crisi emicranica, sostanza responsabile tra l’altro dello scatenamento delle crisi indotte da formaggi stagionati e da alcuni vini.
Studi clinici controllati tendono però a dimostrare che l’idea che il cioccolato scateni le crisi emicraniche è sostanzialmente falsa.
È stato infatti dimostrato che circa il 25% dei soggetti emicranici prima dell’arrivo dell’attacco presenta dei prodromi, cioè dei campanelli di allarme provenienti dall’ipotalamo, centro che regola il senso di fame e di sete, la veglia ed il sonno. Questo spiega perché alcuni emicranici già il giorno prima dell’attacco si sentano strani, sonnolenti, irritabili, con un aumentato senso di sete e, udite-udite, con un aumentato appetito verso i dolci, cioccolato in primis. Secondo questa ipotesi non sarebbe quindi il cioccolato a scatenare l’attacco emicranico nei soggetti predisposti, ma piuttosto la fame di cioccolato sarebbe il primo campanello di allarme dell’attacco incombente. La voglia di cioccolato, dunque, come il vento che precede l’arrivo della tempesta.
Quale consiglio dare allora al soggetto affetto da emicrania? Non è più tempo di liste dei cibi proibiti: se questi esistono, il paziente li conosce già e li evita accuratamente. Anche se soffriamo di emicrania, non neghiamoci, quindi, il piacere di un pezzo di cioccolato. Piuttosto facciamo attenzione a non sommare possibili fattori di rischio. Pensiamo ad esempio al caso del venerdì sera: aperitivo con gli amici, cena abbondante, al termine magari cioccolato con rum, si fanno le ore piccole e ci si sveglia tardi il giorno seguente. In questo caso, è evidente, non potremo incolpare il povero cioccolato, ma la miscela di comportamenti che sarebbero singolarmente sopportabili ma l,a cui confluenza, è in grado di raggiungere il “quorum” per lo scatenamento dell’attacco.